Le nostre infinite identità
strappate al tempo ed al silenzio,
sono sotto i miei passi realtà che
le acide ombre affamate assorbono.
Non esco a vedere l'alba dal battito del cuore caldo e
sono come un chiodo fisso ad una porta
aperta nella testa d'un uomo.
Eccomi a pesare i pianti
degli intossicati da un malevolo amore,
eccomi sulla bocca dolorante che
i denti hanno a morso per il dolore.

Lacrima scenderò nell'incendio dei pensieri
come un'onda trascinata da cosmica marea ed
ai feriti di oggi e di ieri,
andrò a lenire coi sogni di fresche albe, i tormenti.

Posto si è l'oceano stellato nel riflesso dei miei occhi e
l'oscurità m'ha rubato il volto per innestarsi l'anima nera,
volo con l'ala del cuore sul mondo assorto dal sonno e
porto carezze al viso disteso dalla mia prigionia

terrena.